Altra buona notizia per i debitori pressati da rate non pagate e precetti di pagamento e case all’Asta.
Per fine anno dovrebbe nascere la Bad Bank Italiana, cioè una vera e propria banca d’investimenti che comprerà, almeno inizialmente per 3 Miliardi di euro, crediti incagliati di altre banche che evidentemente non sono riuscite a recuperare il loro credito per le normali strade siano esse agenzie di recupero crediti, avvocati, tribunali e chiaramente le procedure per sottrarre le case ai debitori.
Alle banche classiche conviene molto cedere il credito, in quanto ne beneficiano con leggi speciali e possono “pulire il bilancio”. Inoltre aumenta il loro rating e chiaramente possono aumentare il volume di prestiti da erogare.
Questo porta necessariamente ad incrementare le vendite di immobili propio perché, essendoci più disponibilità delle banche ad erogare mutui, ci saranno più transazioni
Queste operazioni le Bad Bank le fanno a loro volta a sconto: è chiaro che saranno molto disponibili a trattare con noi e noi saremo pronti a negoziare per i nostri clienti.
Ecco la notizia tratta da “Il Messaggero”
Si aprono spiragli tra ministero dell’Economia, Bankitalia, e Commissione Ue per la costruzione di una Bad bank che smaltisca la montagna di crediti deteriorati (Npl). E la soluzione passa da un veicolo a maggioranza dei privati: tra questi, secondo quanto ricostruito presso fonti di Via XX Settembre, un ruolo di primo piano potrebbe averlo Lone Star, società di investimento globale Usa da molto tempo attiva in Italia.
Lone Star potrebbe guidare una cordata di investitori che mette sul tavolo circa 3 miliardi. Una minoranza del veicolo potrebbe essere sottoscritta da istituzioni pubbliche, come la Sga, la società nata per il salvataggio del Banco di Napoli mentre il nuovo ad della Cdp, Fabio Gallia, è molto attivo sul dossier e partecipa alle riunioni che si stanno svolgendo al ministero.
C’è più ottimismo nel governo, il viceministro dell’Economia Enrico Morando, ritiene che “ci siano buone ragioni perché vada in porto nelle prossime settimane, entro la fine dell’anno, la trattativa con la Ue” sulla Bad bank italiana. “Quella che voi erroneamente chiamate bad bank non è una banca pubblica che acquista sofferenze ma una garanzia statale sul mercato dei crediti deteriorati tra operatori privati”.
Di qui la presenza del vertice della Cdp che potrebbe essere chiamata a fornire la garanzia statale sulla provvista per acquistare i crediti deteriorati a un tasso che potrebbe aggirarsi attorno all’8%.
Su questi livelli la direzione generale della concorrenza Ue non dovrebbe eccepire nulla quanto ad aiuti di Stato. Il governo “ha in corso un dibattito con la direzione generale della concorrenza” ha aggiunto Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del Mef.
Va detto che il negoziato fra l’Italia e Bruxelles è in pieno svolgimento. “La difficoltà con l’Ue, che ipotizza ci siano aiuti di Stato, quindi una violazione delle regole europee, non si è conclusa, ma ritengo ci siano buone ragioni per arrivare in porto nelle prossime settimane, entro la fine dell’anno”, ha proseguito Morando. Lo Stato non acquisterebbe crediti deteriorati, ma fornirebbe solo una garanzia nella trattativa tra privati, banche e compratori di Npl”. Intanto la Bce “accoglie favorevolmente il decreto” con cui l’Italia ha recepito la direttiva europea sul risanamento e la risoluzione delle banche (bail in). Ma invita a considerare “se l’autorizzazione preventiva del Tesoro debba essere limitata” alle sole risoluzioni che hanno un “impatto diretto sulle finanze pubbliche o implicazioni sistemiche”.
Aggiornamenti da “Il Sole 24 ore”
Visco: nelle prossime settimane decisione su «bad bank» e riforma del credito cooperativo
28 ottobre 2015

Nel corso delle «prossime settimane la fattibilità del progetto» del veicolo per la gestione dei crediti deteriorati con la Ue «verrà definitivamente accertata». Lo afferma il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco alla Giornata mondiale del risparmio, evidenziando che «indipendentemente dall’esito» le banche dovranno individuare le modalità per un «graduale ridimensionamento» di tali attivi. In particolare, secondo Visco, gli importi sui depositi sopra i 100mila euro riceveranno «sotto l’attuale formulazione delle norme di recepimento della direttiva un trattamento preferenziale rispetto alle altre passività della banca. È pertanto bassa la probabilità che essi siano colpiti nella risoluzione di una crisi». Le obbligazioni bancarie, ricorda invece il governatore, potranno essere soggette al bail-in e per questo «è essenziale che gli obblighi di trasparenza e correttezza che le banche devono rispettare per l’emissione, il collocamento e la negoziazione di questi titoli presso la clientela al dettaglio siano accuratamente assolti tenendo presente questo rischio». Secondo Visco «per evitare possibili effetti negativi dal bail-in le autorità di risoluzione verificheranno che le banche detengano passività idonee per qualità e quantità ad assicurare l’assorbimento delle perdite e la ricapitalizzazione».
Necessaria una riforma del credito cooperativo
«È ora anche necessaria una riforma del credito cooperativo» dice ancora Ignazio Visco in un passaggio del suo intervento. «Abbiamo seguito le riflessioni che si sono sviluppate nell’ambito della categoria in vista di un progetto di autoriforma. Un punto su cui il confronto è ancora aperto è se il gruppo cooperativo debba essere uno o più d’uno. L’ipotesi di un gruppo unico, se condivisa all’interno della categoria, presenta sicuramente aspetti positivi; ma se il consenso sulla soluzione unitaria non ci fosse, ciò non dovrebbe essere motivo per arrestare riforma. Maggiore capitalizzazione, più elevati livelli di efficienza, miglioramento del governo societario potrebbero essere conseguiti anche da un contenuto numero di gruppi».
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Antonio Leone
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