Il governo è pronto a legalizzare l'anatocismo bancario
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Il governo è pronto a legalizzare l'anatocismo bancario

Il governo è pronto a legalizzare l’anatocismo bancario

 

 

Entro ottobre arriveranno notizie certe sulle nuove regole che disciplinano l’anatocismo bancario, ma già da ora è possibile capire cosa cambierà.

Per chi non avesse familiarità con questo parolone tecnico è bene spiegare innanzitutto di cosa si tratta.

Che cos’è l’anatocismo bancario?

Detto in maniera spicciola, l’anatocismo è una pratica con cui le banche si fanno pagare dai propri correntisti gli interessi sugli interessi ed era stata inizialmente considerata illegale nel 1999 dalla Corte di Cassazione. Successivamente, però, è diventata legittima.

Quello che succede nei casi di anatocismo è semplice: gli interessi a debito vengono liquidati ogni 3 mesi, mentre quelli a credito ogni anno, cosa che determina uno squilibrio nella maturazioni dei primi.

Per fare un esempio: se hai un conto in rosso, la banca ti addebita ogni tre mesi i relativi interessi, che in questo modo gravano subito sul tuo capitale. I successivi interessi, quindi, ti vengono calcolati sulla quota capitale + gli interessi e così via. Alla fine dell’anno ti trovi con un monte debiti molto più alto di quello calcolato annualmente sul capitale, proprio perché ti viene chiesto il pagamento degli interessi sugli interessi.

A queste condizioni, ovviamente, se hai contratto un mutuo rischi di non riuscire più a restituire il debito, visto che alla somma iniziale  – formata da capitale e interessi – si aggiungono mano mano sempre più interessi da pagare.

Per molti l’esito di questo genere di pratica bancaria può diventare catastrofico, perché se non si può più estinguere il prestito la banca normalmente procede al pignoramento dell’immobile ipotecato.

Cosa cambierà con le nuove regole?

Le nuove regole, che andranno in vigore dal 2016 se la consultazione del Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio avrà esito positivo, stabiliscono che in caso di prestito il cliente avrà la notifica degli interessi da pagare non più ogni 3 mesi, ma all’inizio dell’anno successivo.

Dall’arrivo dell’estratto conto, avrà 60 giorni di tempo per pagare gli interessi in contanti o tramite un bonifico, quindi ciò che ha maturato in un anno sul capitale lo dovrà saldare entro i mesi di gennaio e febbraio.
Se gli interessi saranno saldati, si procederà nello stesso modo di anno in anno calcolandoli sul capitale iniziale, altrimenti anche gli interessi saranno capitalizzati. E a questo punto si arriva alla legalizzazione dell’anatocismo bancario!

Chi ci guadagna con queste nuove regole?

Secondo alcuni ci sarà una maggiore trasparenza nella gestione dei prestiti, perché gli interessi calcolati annualmente saranno molto più chiari nel calcolo e nella loro verifica di conformità.

Ma quello che viene da pensare è che anche in questo caso il governo stia lavorando per l’esclusivo interesse delle banche e non per quello dei cittadini.

Si è fatto sempre un gran parlare dell’anatocismo e della necessità di abolirlo, visto che trasforma in capitale gli interessi maturati e da restituire, diventando così una pratica illegale. Invece, ponendo il limite di pagamento in soli due mesi, non si fa altro che dare man forte agli istituti di credito, avallando il loro diritto a capitalizzare quote di denaro mai prestate.

Questa decisione, quindi, non solo va a danno dei privati cittadini che si troveranno sempre più schiacciati nella morsa dei debiti; va a danno anche delle imprese che usano il conto corrente in alternativa al credito negato dalle banche.

Insomma, dopo l’apertura del mercato immobiliare alla gestione delle banche e dopo la pignorabilità senza revocatoria a terzi (eseguibile anche da Equitalia), ecco il terzo atto della farsa messa in scena per tutelare gli esclusivi interessi del sistema bancario.

Per ora queste nuove norme si applicheranno alle aperture di credito in conto corrente e agli scoperti senza fido, ma nulla garantisce che non saranno estese anche ad altri tipi di operazioni.

Il problema del credito è uno degli scogli maggiori da affrontare, soprattutto in questo periodo di scarsa liquidità. Ma invece di risolverlo in vista di una maggiore disponibilità finanziaria e di un recupero economico delle aziende italiane, si rema nella direzione opposta.

Servono specialisti nella risoluzione del debito

Con queste prospettive, sarà sempre più urgente avere l’aiuto di figure specializzate nella risoluzione del debito e nella cancellazione dei pignoramenti. E saranno figure di riferimento per moltissimi italiani in difficoltà.

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